Friday, March 10, 2006

2 other poems in Italian

During the first days of March the Italian tv station RAI transmitted the Italian Annual Song Festival of Sanremo directly from the Ariston Theatre of Sanremo in Genoa. Millions of Italians, and thousands of Maltese spectators follow the event on television for a whole week. I wrote the following poem years ago after watching a song concert organised by the équipe of Claudio Baglioni in Rome. It describes the magical atmosphere which reigns during such events: music, song, dance, colourful lights, and sound effects, not to mention the singer as protagonist and the participating crowd.

Mega-concerto

Il rombo d’una folla che attende
Le luci che si spengono, e s’accendono
Bagliori accecanti che scrutano lo stadio
Il silenzio momentaneo dell’attesa.

Entra il cantante con un largo giro
Canta, suona, saluta e sorride
Sale sul palco a forma di stella
Le braccia ch’arrivano a sfiorare il pubblico.

Una folla arcobaleno sul palco, onda di colori
I ballerini, marea che arriva per poi ritirarsi
Onda che scivola sulla spiaggia per poi spegnersi nel nulla.
Che grinta, ch’energia!

Ha inizio il mega-concerto
In estasi l’orecchio e l’occhio
Tra gli spettatori
Un mare di mani ch’ondeggiano
Le teste che s’adagiano su un lato,
I sorrisi mentre canta il vate.

Il palco e lo stadio son vivi, respirano
Una nave spaziale che parte
Per un viaggio indefinito.

Una canzone, una preghiera
Una sola folla, un solo cuore che batte
E l’Utopia in atto!

Mi s’annebbiano gli occhi:
Non so se per il fumo
o per le lacrime di gioia.

I wrote this poem years ago too. It’s not only about love but also an exercise in rhythm and use of words, a kind of playing with words. Love is also a journey made by two people.

Figlia del sole

Ti guardo, ti penso per ore
accecato dal tuo sorriso oro orizzonte
la pelle oscura l’estate
lunare d’inverno.
Scorgo nel tuo sguardo campi di margherite
scorgo, mentre cammini, l’ondeggiare
delle onde mediteranee verde-blu.
Il sole in mille scintille frammentato
scintillio che fuori si getta
dai tuoi giovani occhi sorridenti
sgorganti getti di speranza.
Ti guardo mesmerizzato
oscura, dal sole accarezzata
leggera e fresca come l’albero del limone
in quel vestito d’estate, leggero.
Ti fisso a lungo e mi vanto
d’avere vicino te cascata vivace
per me, leccio vecchio,
m’allontano dal giorno di ieri
giorno di male
estendo il palmo della mano
per berti, baciarti, fissarti
scorgendo me giovane, vitale
nei tuoi occhi specchio d’acqua.
Vorrei morire ancora più vecchio,
fissando i tuoi occhi color terra fertile
te sfiorando la pelle oro orizzonte
te respirando brezza leggera,
disteso contento a te vicino
te giovane etterna
chiudendo gli occhi
felice ricordando il cammino
fatto insieme.

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